Cos'è il Parkinson giovanile?
La malattia di Parkinson e la numerosa famiglia dei Parkinsonismi e Parkinson atipici richiedono un intervento riabilitativo ad elevata specializzazione.
La malattia compare intorno ai 60 anni d’età e colpisce, in media, un numero maggiore di uomini rispetto alle donne. In alcuni casi, tuttavia, si può presentare in età più precoce: per il 5% dei casi accertati, infatti, si manifesta il cosiddetto Parkinson giovanile, con sintomi che si verificano già a partire da un'età compresa tra i 21 e i 40 anni.
La malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa più comune in Italia dopo quella di Alzheimer. Negli ultimi anni il numero di casi che hanno riscontrato questa malattia è in netto aumento. Non esistono dati ufficiali sul numero di malati di Parkinson nel nostro paese. Uno studio condotto circa 10 anni fa, faceva presumere che ci fossero 300.000 casi, i dati più recenti basati sul consumo di farmaci specifici, parlano invece di 600.000 casi. Questi dati ci devono far riflettere, per cercare di capire cosa si possa realmente fare per diminuire questo trend di aumento della malattia che parallelamente al numero vede un netto incremento di casi di esordio della malattia sotto i 40 e 30 anni.
Il parkinsonismo nel giovane adulto è caratterizzato da posture distoniche spesso il primo segno della malattia che colpisce soprattutto gli arti inferiori, iporiflessia, bradicinesia, tremori e rigidità, buona risposta alle terapie anti-parkinsonismo, assenza di disturbi cognitivi o assiali.
La riabilitazione del Parkinson Giovanile
Il Parkinson giovanile è una malattia poco conosciuta: spesso anche i medici faticano a collegare i sintomi che spesso appaiono non specifici e comuni a molte altre malattie. In particolare il Medico di Medicina generale deve essere formato e costantemente informato rispetto a questa patologia la cui frequenza va continuamente crescendo, soprattutto a causa dell’allungamento della vita media.
Nel Parkinson giovanile ancora di più per le potenzialità di un paziente ancora giovane di contenere la malattia, le capacità di adattamento del suo cervello, l’aspettativa per una qualità della vita di buon livello. La sintomatologia clinica, l'evoluzione e e la terapia, differisocono dalla forma classsica che insorge dopo i 60 anni.
La riabilitazione del parkinson giovanile ritagliata sui bisogni riabilitativi del singolo individuo è fortemente raccomandata e viene consigliato di iniziare il più precocemente possibile nei primi stadi della malattia.
L’efficacia della riabilitazione è supportata da studi che evidenziano come l’esercizio aerobico migliori non solo i sintomi motori ma anche le performance cognitive con un miglioramento dell’apprendimento motorio e della memoria.
L’esercizio fisico mirato porta ad una serie di meccanismi riparativi molecolari che ripararano la funzione motoria e promuovono una neuroprotezione. Altri studi evidenziano che l’esercizio fisico ritarda l’insorgenza dei sintomi della malattia attraverso la stimolazione delle riserve compensatorie motorie e cognitive, rallentando il processo degenerativo in generale in modo da preservare le funzioni esecutive che svolgono un ruolo neuropsicologico fondamentale nel controllo del cammino e nelle cadute tipiche di tale patologia.
L' attività fisica di tipo aerobica per riabilitare il soggetto è consigliata svolgerla almeno un’ora alla giorno. Uno studio, noto come il Parkinson’s Outcomes Project, condotto dall’omonima organizzazione, ha rilevato che le persone con questo disturbo che facevano un po’ di movimento per almeno 2,5 ore alla settimana hanno subito un declino più lento di mobilità e di qualità della vita rispetto ad altre.
Quali sono i vantaggi della riabilitazione del parkinson giovanile?
Con la riabilitazione fisioterapica si va a migliorare diverse capacità motorie del soggetto affetto da parkinson giovanile tra cui:
- cammino
- equilibrio
- tremori
- flessibilità
- forza nella presa
- coordinazione motoria
- rigidità
- postura
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